domenica 29 novembre 2009

Fuori dal mondo

Quando dico dove vivo, la maggior parte delle persone fa la faccia entusiasta e mi dice che è una meraviglia, chissà che bello stare così a contatto con la natura, eccetera. Sinceramente il 50% delle volte ho l'impressione che sia una reazione automatica di facciata, di quelle che ti vengono spontanee quando il tuo interlocutore ti rivela di aver fatto una scelta che tu non faresti mai e che disapprovi anche un po'. Da che cosa lo capisco? Dal fatto che, quando rispondo "Beh, insomma, non è proprio la scelta che avrei fatto io...", le loro facce si distendono, come a dire: ah no, beh, allora parlo con una persona normale.
Immagino che Claudia de La casa nella prateria viva un po' la mia stessa situazione, ma all'estremo. Infatti, per una persona che scrive un post apprezzando il suo stile di vita, ce n'è sempre una che commenta (in modo peraltro non molto gradevole: ma le vostre mamme non vi hanno insegnato l'educazione?) che Claudia sbaglia, ah quei poveri bambini fuori dal mondo, ah i genitori che vogliono fare gli alternativi, ah questa mania della campagna, ah vedrai quando cresceranno.
Per carità, sotto un certo aspetto, queste sono le stesse obiezioni che faccio a me stessa e a mio marito quando penso al posto in cui vivo (e metteteci anche che la mia casa è infestata di insetti nocivi d'estate e di nebbia d'inverno): la scomodità di dover usare sempre la macchina, i figli che non saranno indipendenti fino alla patente, la lontananza delle scuole, eccetera. Vi dico la verità: se decidessi di lasciare il lavoro e dedicarmi all'homeschooling dei figli, risparmierei non solo di 700 euro di nido+mensa di entrambi, ma anche un buon 200 euro di trasporti e pasti miei. Oltre al fatto che potrei permettermi di avere una sola auto, con tutto il risparmio che ciò comporta.
Da un punto di vista strettamente economico (sia nelle finanze sia nelle forze sia nel tempo), per me rimanere a casa potrebbe essere davvero una soluzione praticabile, e questo mi verrebbe permesso proprio dal fatto di vivere in campagna.
Quindi posso benissimo mettermi nei panni di Claudia, tanto più che non avrò la sua manualità ma ho una buona cultura di base, una passione per la danza, la musica e la narrazione, tutte cose che mi possono aiutare ad educare i miei figli almeno fino all'inizio delle elementari.
Perché non lo faccio, dal momento che fino a un mese fa avevo un lavoro che non amavo e stimo poco le educatrici che si occupano dei miei figli? Perché ho sempre messo al primo posto la socialità dei miei bambini e, nel posto dove vivo, degli homeschooler non avrebbero la possibilità di svilupparla. So che questa è la prima critica da cui gli homeschooler si devono difendere, e so anche che lo fanno dicendo che loro non si chiudono in casa, ma portano i loro bambini in giro con loro. A questo io ribatto dicendo che:
1 - se decidessi di restare a casa, non avrei i soldi per andare a destra e a manca tutti i giorni, cascina a parte. Per carità, i vitelli, superata la paura iniziale, sono socievoli anche se non molto profumati.
2 - se anche li portassi in giro, non troverei altri bambini della loro età, perché sarebbero a scuola. Non parliamo poi del periodo invernale, in cui di sicuro, anche quando il tempo lo permette, i parchi sono deserti.
Quindi, mi si potrebbe dire, porto i miei bambini a scuola proprio perché non vivano fuori dal mondo. E incontrerò sempre più stanchezza e difficoltà nell'esaudire questo loro legittimo desiderio: se vivessi in città, soprattutto in una città a misura d'uomo come Pavia, farei molta meno fatica.
Ecco, di fatica del genitore stiamo parlando, non tanto di quella dei figli. Perché penso che, fino ad una certa età, i figli non avvertano la differenza tra vivere vicino o lontano alla scuola o al corso di danza: devono sempre essere accompagnati dai genitori o dai loro surrogati, e questo quindi rende le distanze abbastanza indifferenti.
Certo, mi si dirà, da una certa età in poi le cose cambiano. Beh, che dirvi? Ne sono pienamente consapevole, ho vissuto in un paese per 25 anni. Il mio paese era abbastanza ben collegato, ma comunque la corriera passava una volta all'ora, non ogni 10 minuti come l'autobus. E poi dovevo fare un bel pezzettino a piedi per arrivare a casa (parliamo di circa un km dalla fermata).
Io avevo la fortuna che i miei genitori andavano a lavorare in città, quindi mi hanno sempre portata a scuola loro. Ma, quando uscivamo con le amiche, il problema del trasporto era sempre presente. Ci attaccavamo ai fratelli e amici più grandi, ai mezzi pubblici, a volte riuscivamo a chiedere ai nostri genitori. Se fossimo state in città, le cose sarebbero state molto più semplici e meno faticose.
In quella prospettiva, mi sono posta due alternative: o andare a vivere in città da una certa età dei figli in poi (perdendo una casa bella e grande, di cui non paghiamo affitto) o mettermi nell'ottica di facilitare il più possibile i loro spostamenti facendo loro da taxi fino all'età della patente (il motorino, ammesso che ce lo possiamo permettere, non può essere un mezzo di trasporto abituale per fare i 20 km che ci separano da Pavia, magari di notte).
Mi sembra che anche Claudia sia attenta alle esigenze di socializzazione dei propri figli (infatti ha rispettato la loro scelta di andare a scuola anziché tenerli a casa come sarebbe stata sua intenzione). Probabilmente, quando i suoi figli cresceranno, Claudia si porrà gli stessi problemi che mi pongo io, e deciderà come risolverli, trovando un compromesso accettabile per tutti.
Non siamo tutti obbligati a vivere in città, o ad avere la TV (io ce l'ho ma ormai non la guardo più, la uso per i DVD), o a comprare ai propri figli la Playstation.
Io vivo in culo ai cani, ma sono sempre pronta a calare su Milano, Torino e Genova in occasione di eventi interessanti, a cui spesso partecipano anche i miei figli. Ascolto più volentieri la radio della TV, e quello che mi sembra interessante lo trovo su YouTube, che guardo anche con i bambini (ieri io e Amelia ci siamo guardate tutto Spirit). Preferisco ballare o fare un giro in cascina o cucinare o giocare con le bambole o disegnare o leggere un libro piuttosto che vedere i miei figli rincoglioniti da un gioco virtuale, anche se temo che tra qualche anno questa mia idiosincrasia mi causerà diversi scontri. E no, non mi sento e non sono alternativa: credo fermamente nella scienza e nella medicina "convenzionali" (del resto mio marito è biologo, anche se lavora in un'esoterica azienda biodinamica), sono atea e materialista, credo che il buonsenso sia un ottimo sostituto per qualsiasi teoria astratta.
I miei figli cresceranno fuori dal mondo, per il solo fatto di vivere in campagna e di potersi permettere qualche corsa nei prati? Non credo proprio. Del resto, già mio marito è cresciuto fuori dal mondo: non sa chi sia Lois Lane (non gliel'ho ancora detto), non riconosce la maggior parte dei personaggi pubblici degli ultimi 30 anni, ma sa dirti la specie di una qualsiasi pianta alla prima occhiata. Ed è cresciuto nel bel mezzo di Torino, a un passo da piazza Rivoli.

13 commenti:

  1. Grazie. Ho esitato parecchio pensando se rispondere o no al commento a cui ti riferisci (che non è il primo né l'ultimo). Probabilmente nei prossimi giorni ne verrà fuori un post.

    Innanzitutto mi piacerebbe sapere chi ha detto a questa persona che i miei figli non sono stati interpellati in merito alla decisione di venire a vivere qui.

    Secondo, mi piacerebbe sapere quanti genitori chiedono ai loro figli dove vogliono vivere.

    Sinceramente, ho dimostrato (a me stessa) di avere abbastanza elasticità mentale per saper cambiare idea se le cose non vanno come previsto.

    I miei figli qui sono felici. Sono addirittura radiosi. Nei loro occhi leggo ogni giorno la conferma che questa scelta è stata giusta. Se un giorno dovessi accorgermi che soffrono, farò tutto quanto è in mio potere per fare in modo che tornino ad essere felici. Come ho fatto finora. Anche se questo significherà tornare sui miei passi.

    Per quanto riguarda il "fare gli alternativi"... visto che per essere alternativi bisogna avere un tot di caratteristiche ben precise, credo che pubblicherò qualche foto della mia collezione di scarpe e borse firmate. Così sarò certa di scrollarmi questa stupida etichetta di dosso.

    Non viviamo fuori dal mondo. Stiamo a 10 minuti dal centro di Annecy. Ma se mi si dovesse presentare l'occasione di trasferirmi su un'isola deserta, sulla quale vivere scalzi e vivere di pesce e noci di cocco, non esiterei un attimo. E ci porterei anche quei poveri disgraziati che la vita ha voluto affidarmi come figli...

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  2. un malcelato senso di presunta superiorità intellettuale e comportamentale circola per questo post che vorrebbe esprimersi in scelte considerate "di nicchia" : l'ormai abusato "rifiuto" della tv a favore della fidata radio, l'astio per la diabolica playstation che "rincoglionisce" i figli,la disaffezione per la tentacolare città, l'apologia della vita "in culo ai cani" ma a contatto con la natura. topos che francamente odorano un pò di naftalina e che è tutto da dimostrare costituiscano l'elisir per la felicità dei propri figli.

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  3. fgem, tanto per essere chiari: piantala di fare polemica inutile.
    1 - sono io la prima a dire che, se fosse per me, vivrei in piazza del Duomo, non importa di che città. Vedo però che la vita di campagna comporta innegabili vantaggi: ho una casa grande che non pago (per via del contratto di mio marito), i bambini possono stare all'aperto senza essere messi al guinzaglio e stanno a contatto con tanti animali (ho un allevamento di mucche di fianco a casa), la natura intorno ci offre tanti spunti interessanti. Certo, siamo a un km dal paese, a 15 da Pavia e a 30 da Milano, i mezzi pubblici sono a mezz'ora di cammino e siamo costretti a tenere 2 auto. Se fossimo in città, ci sarebbero altri svantaggi e altri vantaggi.
    2 - la TV: ma l'hai mai guardata la TV generalista? I cartoni animati della mattina di Rai2 sono carini, ma non riusciamo certo a guardarli nei giorni "normali". Al pomeriggio/sera, quando potremmo guardare noi la TV, c'è veramente poco per i piccoli. E le trasmissioni per i grandi, ammesso che siano di quelle guardabili, cominciano quando noi crolliamo dal sonno (ci svegliamo alle 5.30, al mattino). La scelta della radio o di Internet è obbligata. Satellite? Per ora, la ritengo una spesa inutile. Se fosse gratis, sarebbe tutto un altro discorso. Sai, siamo alternativi con le pezze al culo, non l'ho mai nascosto.
    3 - stesso discorso per la Play: pur avendo lavorato nell'ambito delle nuove tecnologie, non ho mai avuto la passione dei videogiochi (e questo è stato male per la mia carriera, perché parecchie ditte all'epoca cercavano sceneggiatori, ma se uno proprio non entra nella logica c'è poco da fare). Neanche mio marito ha mai avuto la passione, quindi la Play in casa mia non ha diritto d'asilo. Sarà poi che io non mi ci diverto, ma, visti da fuori, i bambini che giocano alla Play mi fanno un po' effetto: sembrano rapiti in un altro mondo, e sinceramente non mi fa poi tanto piacere. Soprattutto contando quanto costa (ci risiamo). E, sempre parlando di soldi, preferisco spendere magari anche qualcosa di più ma portare i miei figli a vedere qualcosa di interessante (tipo Acquario, tipo Città dei bambini, tipo Halloween a Triora) anziché sperperare i miei soldi in videogiochi che verranno dimenticati in un mese.
    Puzzerò di naftalina? Beh, chissenefrega. In questo momento sto bene così, la mia famiglia sta bene così.
    Tu invece non mi sembri stare tanto bene, se il tuo massimo divertimento è sputare veleno su tutti i blog che ti capitano a tiro.

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  4. vedi secondo te commentare criticamente un post, mettendone magari in discussione il contenuto, è "sputare veleno". con questi presupposti ti saluto cordialmente,suggerendoti per il futuro una maggiore tolleranza e capacità di confronto.

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  5. Nessuno sentirà la mancanza di una voce acida come la tua. Vattene in fretta e non tornare.

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  6. anche maleducata....l'aria di campagna proprio non ti giova. pensaci.

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  7. IO sarei maleducata??? Entri in casa mia (perché questo blog è tale) sputando giudizi e distorcendo la realtà, polemizzi per il gusto di farlo e senza lasciare un solo pensiero costruttivo, accusi senza un briciolo di oggettività. Ti ho gentilmente accompagnata alla porta, invece di mandarti a cagare come avresti meritato. Questa volta sarò più esplicita: non rimettere piede qui, perché d'ora in poi tutti i tuoi commenti saranno cancellati. Questa non è maleducazione: è determinazione a non avere un ospite molesto.

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  8. confermo: la campagna ti rende oltremodo nervosa. e a me avere a che fare con gente nervosa mi infastidisce. auguri.

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  9. forse sono io che non so leggere, ma a me sembra che il post voglia dire che "il mondo è bello perché" è vario, non "oh come siamo alternativi e fighi".
    poi forse sono di parte, visto che più outsider di me ce n'è pochi...
    byronofrochdale

    PS: grazie degli appunti del convegno, sono molto interessanti!

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  10. X fgem
    Si vede che commenti senza conoscere chi scrive e interpretando il post in maniera molto approssimativa; probabilmente leggi solo alcune parole e decidi in base a quelle il tipo di persona e il contenuto dei post.
    Io che conosco bene Lanterna ti posso assicurare che ha sempre amato la TV ma ha progressivamente ridotto il tempo che passa a vederne i programmi perchè alle ore in cui riuscirebbe a vederla questi sono piuttosto scadenti.
    Non ama assolutamente la campagna ma vivendoci (pur preferendo di molto vivere in città come Torino o Genova) ha dovuto ammettere anche i pregi esattamente come io, che invece amo la campagna, vivendoci ho compreso i vantaggi di essere in una grande città (dove prima vivevo).
    Ognuno (quando è saggio) decide di fare quello che preferisce e che preferisce per i propri figli in base ai propri gusti al proprio pensiero e alle proprie convenienze nonchè possibilità economiche.
    Cosa sia meglio per i figli nessuno lo può mai sapere con sicurezza in anticipo: al massimo lo scopre mano a mano.
    Ha poco senso discutere dei gusti di una persona in quanto sono assolutamente soggettivi poichè nella vita niente ha un senso certo, oggettivo e "assoluto". Al limite si può giusto criticare un'incoerenza nelle scelte che si fanno o apprezzarne la coerenza e quanto questa semplifica la vita.
    LucaLuigi72

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  11. Volevo commentare il contenuto del post (con il quale peraltro sono d'accordo), ma dopo aver letto chui mi ha preceduta...lasciamo perdere.
    Invece, il solito linko esistenziale alla Panz: piazza Rivoli? Abito lì vicino :-)
    Giuliana

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  12. Ah, dimenticavo: anch'io mi sono sempre chiesta perché i cartoni animati carini siano solo al mattino, in orario "sbrigati che siamo in ritardo!". E poi al pomeriggio, solo scontri fra mondi e mazzate incredibili, con strabuzzamento di occhi per il dolore...

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  13. Per lo stesso motivo per cui, con buona pace di chi mi darà della snob per quanto sto per dire, i film per adulti (non intesi come porno, ma come pellicole atte a essere comprese e apprezzate da persone almeno diciottenni) degni di visione iniziano ad andare in onda dalla mezzanotte in poi...
    Perché si ritiene che alla gggggente, piccola o grande, piaccia solo il trash e che quindi quello valga la pena mettere in prima serata per rimpinzarlo di pubblicità atroce che fa guadagnare con le inserzioni.
    Giuliana

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