giovedì 19 novembre 2009

Potendo

La mia maestra delle elementari, una vecchia stronza che non auguro nemmeno ai figli del mio peggiore nemico (che peraltro non saprei identificare), ci ripeteva che "volere è potere". Nell'esaltazione del potere della forza di volontà, arrivava a raccontarci di quel povero psicotico dell'Alfieri che si faceva legare alla sedia per scrivere (bah: se proprio non aveva così voglia, poteva andare a lavorare la terra, nessuno ne avrebbe sentito la mancanza).
In questo periodo sento tante persone che, "potendo", farebbero questo e quello. Soprattutto madri che, "potendo", rimarrebbero a casa dal lavoro o, al contrario, andrebbero a lavorare. Non entro nel merito, perché è un argomento complicato e si rischia di generalizzare ingiustamente.
Ma io, "potendo", cosa farei? Io e Luca abbiamo già un progetto in potenza, ma non ve ne posso parlare per vari motivi, quindi quello non conta. Tanto più che potrebbe avverarsi tra un anno come tra 20, quindi inutile rimuginarci.
Proviamo a scatenare la fantasia: "potendo", cosa farei? Per "potendo" intendo "non avendo nessun fattore avverso alla mia volontà, né di carattere pratico né di carattere astratto".
Partiamo dal lavoro. Se avessi abbastanza soldi, oggi lavorerei? Un anno fa, a questa domanda avrei risposto no tutta la vita. Invece, oggi risponderei: sì, purché mi si dia la possibilità di lavorare da casa e non rispondere a nessuno degli orari che faccio. Poi magari, quando tra un anno mi sarò scontrata con i mulini a vento, dirò: sì, purché mi si dia la possibilità di usare punizioni corporali ;-)
Lavorerei full time? Dipende. Magari no, magari lavorerei solo la mattina, quando la voglia di fare è più accesa. E il pomeriggio potrei dedicarlo in parte a Viola e in parte ai bambini. Oppure farei un part time verticale, tipo da martedì a giovedì, e gli altri giorni li dedicherei interamente a me stessa e alla famiglia.
Non valuto nemmeno l'ipotesi che Viola faccia successo e mi faccia diventare una sceneggiatrice a tempo pieno, anche perché ho moltissima paura che rimanere a casa a scrivere e basta mi trasformerebbe in un mostro ripiegato su se stesso, incapace di trovare nuovi spunti vitali.
Magari invece, siccome sono una pazza innamorata della flessibilità, farei un carpiato e cambierei completamente prospettiva: mi iscriverei alla scuola di ostetricia (che a Pavia è di altissima qualità, e lo dimostrano anche le mie esperienze di parto) e dall'ufficio passerei alla corsia, dall'orario 8-16.30 ai turni. Vi confesso: è un'idea che accarezzo da quando ho avuto i miei figli, e che mi si ripropone prepotentemente in questi giorni, in cui vedo i piani di studio della laurea in ostetricia e i suoi programmi. Se trovo un modo di frequentare senza decurtare troppo le mie entrate, quasi quasi...
Per il resto, credo che il mio vissuto sarebbe quasi esattamente uguale a quello che forse, dall'anno prossimo, potrei avere: dedicare tutto il pomeriggio ai bambini (magari senza vincoli di spesa, quindi potendo permetterci tutti i giorni di spostarci in macchina, vedere posti particolari seguire corsi), passare la sera in famiglia (magari senza quella stanchezza che ci fa crollare alle 9 di sera), stare con mio marito.
Forse non ho abbastanza fantasia, o i miei sogni sono in ogni caso molto piccoli. Forse la realtà è che basta poco per rendere felice una persona, ma molti non se ne rendono conto.

4 commenti:

  1. Sì hai ragione...bastano le piccole cose a renderci felici, ma spesso non ce ne rendiamo conto e andiamo a cercare la felicità in cose assurde e lontane dando sempre la colpa al fatto che non possiamo perchè non abbiamo abbastanza tempo, soldi ecc...

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  2. I potendo vanno bene se sono piccoli sogni che ci danno speranza nel futuro e se questo non sarà così diverso dal presente, vuole dire che in raltà siamo già felici.

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  3. Bello questo esercizio del potendo! E' utile per chiarirci le idee e farci capire dove vogliamo andare. Potendo;)

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  4. anche io covo il progetto di diventare ostetrica!potendo,cioe' potendo permettermi di nonguadagnare durante gli studi,sarebbe la prima mossa!
    anna

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